di Simona Elmo*
SIBaTer, acronimo per supporto istituzionale all’attuazione della banca delle terre, è il progetto di ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e della sua fondazione IFEL (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale) nato con l’intento di fornire servizi di supporto (gratuiti) per i Comuni del Mezzogiorno e, partendo dalla conoscenza prodotta dal censimento del patrimonio comunale e privato in stato abbandono, accompagnarli nell’innesco di processi di sviluppo locale sostenibile, attraverso recupero ad uso produttivo e valorizzazione dei beni inutilizzati con l’affidamento in gestione, preferibilmente a giovani.
Nell’arco di tre anni e mezzo, SIBaTer ha offerto supporto tecnico diretto a 914 Comuni, che hanno deciso di attivare il servizio, sono stati censiti circa 2.000 fabbricati e 11.000 ettari di terreni in stato abbandono o comunque inutilizzati; sono stati realizzati 18 progetti bandiera con il coinvolgimento di 40 Comuni.
Sono stati realizzati 18 progetti in 40 Comuni e censiti oltre 2.000 fabbricati: terreni incolti, ruderi, edifici dismessi e aree abbandonate
Il contesto nel quale è stato sperimentato lo strumento della Banca delle terre comunali è quello delle aree fragili, dove da subito il censimento ha riguardato non solo terre, ma anche fabbricati, ruderi, spazi e aree totalmente abbandonati. Ferite al paesaggio rurale e urbano, e spesso anche fonte di rischio e criticità.
Parlando di patrimonio immobiliare comunale o privato abbandonato, si tratta di per sé di beni che presentano delle criticità, sia di gestione che di valorizzazione. Criticità si acuiscono quando sono sommate a fragilità del contesto territoriale e/o amministrativo di riferimento. Le criticità di contesto territoriale e quelle relative ai singoli beni da un lato; dall’altro lato la connotazione di tali beni come “patrimonio” della comunità di riferimento, come “beni comuni” dunque; hanno condizionato metodi e strumenti utilizzati.
In questo quadro, infatti, solo l’ingaggio della comunità, degli attori locali e del partenariato economico-sociale ha consentito l’innesco di processi che producessero sul territorio valore e sviluppo locale, partendo da recupero ad uso produttivo di beni abbandonati.
Strumenti come la co-progettazione e le Cooperative di comunità sono diventati laboratorio di eccellenza del metodo SIBaTer
E’ così che strumenti come coprogettazione e Cooperative di comunità sono diventati Laboratorio di eccellenza del metodo SIBaTer e si sono rivelati veicoli di innovazione lungo questa filiera complessa che ha l’ambizione di creare servizi di cittadinanza e opportunità occupazionali, fonte a loro volta di sviluppo e benessere della comunità. Dove sostenibilità e innovazione non sono ricondotti soltanto alla sfera economica, ma anche e soprattutto alla sfera sociale, ambientale in senso lato e dei servizi essenziali alla comunità.
Si è consolidato nel tempo un metodo che vede la centralità del rapporto con gli attori locali del Partenariato economico-sociale e dell’utilizzo di strumenti collaborativi, di coprogettazione e di forme di partenariato pubblico privato (sempre più connotate come “partenariati speciali”, ancora prima dei bandi del PNRR) che hanno finalmente suscitato il giusto interesse.
Ne è nato un metodo di accompagnamento ai Comuni che sostiene la capacità amministrativa dell’amministrazione comunale, avendo come punto qualificante sin dalla fase della progettazione e poi per l’attuazione degli interventi territoriali, il coinvolgimento del partenariato economico-sociale, del capitale umano e sociale, oltre che delle risorse territoriali, compreso il patrimonio immobiliare inutilizzato
L’attuazione del PNRR è in pieno corso e la nuova stagione di programmazione delle politiche di coesione 2021-2027 sta per entrare in fase attuativa. Entrambi i quadri programmatici ereditano dalla programmazione 2014-2020 la centralità della dimensione territoriale e del ruolo dei territori e dei suoi attori locali, enfatizzando le potenzialità legate a processi di programmazione e progettazione dal basso e alla cui metodologia IFEL si è ispirata con la Banca delle terre comunali.
Un metodo valido non solo per le aree interne, ma anche per aree come quelle periurbane o le periferie degradate delle città
Questo vale non solo per le c.d. aree interne, ma anche per aree come quelle periurbane o le periferie degradate delle città, e in generale quando si parla di investimenti locali.
Una valida proposta per generare nuovi servizi e opportunità di occupazione e reddito che il Comune, in taluni casi, non ha la forza o le risorse per attivare da solo, un’opportunità per inserire nella comunità nuovo valore, non solo economico.
Le esperienze nate dal metodo Banca delle terre comunali raccontano dell’assunzione di sempre maggiori responsabilità da parte di tutti gli attori del territorio: da parte delle amministrazioni comunali rispetto al governo del territorio e alla gestione dei beni “comuni” e dei servizi pubblici essenziali; assunzione di responsabilità da parte del capitale umano e sociale e delle energie imprenditoriali, per la realizzazione di un percorso comune di valorizzazione e crescita della Comunità.
I territori che stanno realizzando esperienze di successo sono quelli dove gli attori pubblici e privati si sono organizzati in rete, facendo nascere una partnership stabile e solida.
Siamo di fronte a consapevolezze condivise con i Partners del progetto SIBaTer che, nel comune intento di sostenere politiche di sviluppo che producano risultati e cambiamenti sui territori, hanno messo a disposizione delle amministrazioni comunali il proprio know-how e le proprie competenze, sostenendo l’azione progettuale di ANCI-IFEL, da un lato sul fronte del sostegno agli attori locali privati, dall’altro sul fronte del rafforzamento della capacità del Comune di confronto e concertazione con il territorio; fino a dare vita a esperienze di co-progettazione di interventi di valorizzazione del patrimonio pubblico e privato abbandonato, per innescare processi di sviluppo locale condiviso da Comune e comunità.
Siamo consapevoli che serva lavorare ancora molto a rafforzare le Istituzioni locali come chiave per rivitalizzare le comunità che amministrano; ma, attraverso l’azione “di comunità”, è possibile spingerle verso quei percorsi di innovazione che vanno nella direzione di nuovi e più efficaci modelli di intervento pubblico-privato.
Ed è questo metodo che IFEL continua a praticare, erogando servizi di supporto ai Comuni e mettendo a disposizione anche materiali come vademecum, schemi standard, modelli di flusso, linee guida procedurali attraverso il portale SIBaTer, ma anche attraverso il nuovo portale Easy investimenti “guida” e sostiene i Comuni per la realizzazione di investimenti pubblici con servizi di informazione, orientamento e una specifica linea di formazione specialistica e la possibilità di formulare quesiti per i quali vengono restituiti pareri e note tecniche. Easy contiene fra l’altro un osservatorio dedicato ai fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) 2021-2027 e alle risorse dei programmi complementari del Fondo sviluppo e coesione, che si aggiunge all’osservatorio sulle linee di finanziamento dedicate ai Comuni dal PNRR del portale IFEL Orientamento.
Ed è in questo quadro che IFEL continua a sostenere efficacemente i Comuni nel giocare un ruolo “attivo” nel recupero e valorizzazione del patrimonio pubblico e, non solo, nella valorizzazione del “bene comune”.
* Simona Elmo è coordinatrice della Banca delle terre SIBaTer, Dipartimento Studi Politiche Europee IFEL Fondazione ANCI
Nota di Alkimie: la dottoressa Elmo ha presentato gli strumenti di IFEL e SIBaTer in occasione del convegno sui Beni pubblici inutilizzati organizzato da Alkimie a Millesimo il 4 novembre scorso. Qui approfondimenti sul convegno e qui il video integrale dell’iniziativa.
PROPRIETA’ “SILENTE” O “ASSENTE”: MATERIALI E STRUMENTI DA SIBaTer
1. Linee guida per ricognizione e acquisizione al patrimonio comunale dei terreni privati abbandonati