Esperienze e processi partecipativi – dal blog di Gianluigi Granero*

L’indice di coesione sociale Ipsos, di cui ci riferisce Enzo Risso su Domani in edicola, ci dice che “il numero dei cittadini che in 27 nazioni avverte la debolezza e la fragilità del livello di coesione presente nel loro paese è quasi il doppio di quanti descrivono uno stato di positiva solidità”.

Dopo la crisi sanitaria non basterà un rammendo, ma sarà necessario costruire una più forte dimensione comunitaria, per restituire senso, efficacia, armonia al nostro agire. Obiettivi condivisi e sentiti come propri potranno essere perseguiti uscendo dalla sensazione d’impotenza che la stagione neoliberista ci ha lasciato in eredità.

Un esito affatto scontato come la fatica dei nostri processi decisionali, il crescere dell’effetto NIMBY e, fatto ancor più grave, il diffondersi delle democrature sta a testimoniare.

Questo “mestiere” in passato è stato svolto in modo utile dai partiti di massa, che al netto dei limiti della loro fase discendente che più sono rimasti impressi nella nostra memoria, sono stati a lungo parte viva della società. Capaci di un vero e proprio esercizio maieutico di costruzione di obiettivi largamente condivisi.

Tramontata questa esperienza storica si tratta ora di guardare, senza nostalgie, alla straordinaria ricchezza della nostra società … continua la lettura qui

*Gianluigi Granero è co-presidente di Alkimie. Visita il suo blog gianluigigranero.it

 

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