di Francesco Monaco, Fondazione IFEL*
Dopo quasi due anni e mezzo di pandemia, lo sforzo che sta facendo il nostro Paese è rivolto non solo a “riparare gli argini” per assicurare una convivenza civile e sicura, ma è proteso a ricostruire su più solide basi l’intero ordinamento economico e sociale nazionale.
A questo è dedicato il libro “L’altra faccia della luna. Comuni ai margini tra quotidianità e futuro” a cura di F. Monaco e W. Tortorella della Fondazione IFEL, edito da Rubbettino, prova a confrontarsi con questa sfida.
In effetti, la crisi demografica è poco visibile e su di essa nessuno sembra rifletta abbastanza. La crisi ecologica è invece ormai sotto gli occhi di tutti e si presenta nelle forme sempre più frequenti di disastri alluvionali, vampate di calore improvvise, clima impazzito che flagella l’intera penisola.
Dal punto di vista economico e sociale le crisi in atto hanno il volto delle gravi disparità di reddito e di accesso ai diritti di cittadinanza che continua a registrarsi, acuendosi, fra le diverse aree del nostro Paese: non solo fra nord e sud, ma fra aree interne e poli di erogazione di servizi, centri urbani e periferie marginalizzate, territori de-industrializzati e campagne spopolate, donne e uomini, vecchie e giovani generazioni.
In molti casi alle disparità economiche e sociali si associano disparità di “riconoscimento”, che negando dignità a lavori (e vite) ancora importanti per le nostre aree interne e non solo (l’agricoltore, il contadino, l’artigiano ma anche l’insegnante il medico di famiglia, ecc.) producono frustrazione e perdita di senso della comunità.
A tutto questo dobbiamo reagire con una risposta forte e coordinata.
Il libro in questione, dopo una perimetrazione del fenomeno, prova a dare uno sguardo sulle tante difficoltà che caratterizzano questi comuni, ma sottolinea altresì le opportunità che essi potrebbero offrire.
Vi troverete descritti i problemi della crisi demografica e l’impatto di quella ecologica, ma anche il modo su come affrontarle. Leggerete di comunità energetiche, di nuovi strumenti di governo dei beni comuni; di come declinare i diritti di cittadinanza o riorganizzare il welfare locale; della sfida della digitalizzazione e delle opportunità dell’associazionismo, se solo venissero colte.
E’ descritto il ruolo che svolgono le scuole nei piccoli centri e su come potrebbe rafforzarsi l’offerta formativa, anche per combattere l’abbandono, creando comunità educanti oppure su come interpretare le tante iniziative che intendono rafforzare la sanità territoriale per migliorare il benessere e la salute dei cittadini che ci vivono. Il tema della mobilità è trattato con dovizia di dati perché sull’accorciamento delle distanze con i centri di erogazione dei servizi, le città, si giocherà gran parte del futuro di questi comuni.
Vi troverete inoltre un’attenta riflessione sui problemi del lavoro e sulle opportunità e rischi connessi allo smart working, fenomeno deflagrato in corso di pandemia come risposta, seppur parziale, ai problemi del “distanziamento” imposto dalla diffusione del virus.
I giovani, e le politiche giovanili, è un tema approfondito in un capitolo che racconta l’esperienza nata con la strategia nazionale per le aree interne (SNAI), ma che proietta le sue problematiche nelle politiche che dovremo “mettere in campo”, anche con il PNRRR, per superare i divari intergenerazionali che affliggono il nostro Paese.
A chiusura leggerete di altre esperienze, oltre SNAI, che sono maturate e si stanno sviluppando in questo tempo di pandemia: in materia di attivazione dei corpi sociali (fondazioni, associazioni) in progetti di sviluppo locale, di valorizzazione sostenibile delle terre abbandonate (Progetto SIBater), di supporto tecnico per il miglioramento della capacità amministrativa dei piccoli comuni (Progetto P.I.C.C.O.L.I.).
Come detto, i divari economici, sociali, territoriali e intergenerazionali sono al centro delle strategie di intervento di una nuova stagione di riforme ed investimenti pubblici segnata dall’avvio del prossimo ciclo di bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027, dalla predisposizione dei dispositivi di ripresa e resilienze (PNRR) collegati a Next Generation EU, dagli altri strumenti messi a disposizione per il contrasto alla pandemia Covid-Sars19 (REACT EU, JTF, ecc.) nonché dall’assorbimento di rilevanti risorse appostate, ed ancora non spese, in precedenti programmi nazionali ed europei (programmazione 20214-2020, risorse nazionali FSC, ecc.).
Gran parte di tali interventi avrà un forte impatto sui territori, che -con le loro istituzioni e le loro comunità- dovranno farsi trovare pronti a trasformare gli investimenti programmati in occasioni di miglioramento dei servizi erogati a cittadini e imprese ovvero in opportunità di crescita economica, sociale e occupazione.
Sul versante istituzionale, la scena territoriale è occupata in buona parte dai comuni, i quali dovranno attrezzarsi per fare fronte a nuove esigenze di progettazione, assicurare una veloce realizzazione degli interventi, concorrere al monitoraggio e alla valutazione dei risultati attesi.
Come IFEL lavoreremo a fianco di tutti i comuni nella nuova stagiona che si apre.
Con questo libro abbiamo voluto far uscire dal cono d’ombra i comuni ai margini, i loro problemi, le loro potenzialità: a loro, ai tanti Sindaci che li governano, ai cittadini che li abitano, guardiamo, se possibile, con più attenzione perché sappiamo che sono parte essenziale del nostro Paese e che solo ri-ammagliando i diversi territori in un progetto di coesione nazionale possiamo affrontare e vincere le sfide del presente.
Nota di Alkimie: Francesco Monaco è intervenuto in occasione del convegno sui Beni pubblici inutilizzati organizzato da Alkimie a Millesimo il 4 novembre scorso, con spunti e riflessioni interessanti che abbiamo chiesto loro di riunire in questo articolo. Qui approfondimenti sul convegno e qui il video integrale dell’iniziativa.