Melpignano e la comunità cooperativa

autore Ivan Stomeo
titolo La cooperativa perfetta
editore Editrice Missionaria Italiana
anno 2015
collana L'Italia migliora
pp 64
isbn 9788830722842

«L’Italia dei Comuni brulica di esperienze innovative di carattere ambientale, energetico, culturale e sociale»

La breve nota introduttiva della nuova collana Emisferi (Editrice Missionaria Italiana) consolida, attualizzandola, la definizione dello storico Carlo M. Cipolla di una nazione «abituata, sin dal Medioevo, a produrre all’ombra dei campanili cose belle che piacciono al mondo», evocando nel contempo quelle energie di lunga durata individuate da Luigino Bruni a matrice originaria dell’economia civile.

L’Italia dei mille campanili e delle cento città – luogo comune spesso invocato nella sola valenza negativa, a emblema della frammentazione identitaria e culturale del Belpaese – continua a riservare infatti sorprendenti spinte innovative nella sfera sociale, in una geografia che non sempre corrisponde alle mappe dei distretti industriali. Si può essere competitivi, e spesso avanzati nelle pratiche di rigenerazione urbana e coesione sociale, anche capitalizzando le appartenenze (ideali e locali) in processi di valorizzazione comunitaria, come sono a dimostrare le numerose iniziative elaborate dalla costellazione di borghi e cittadine italiane sotto i 5mila abitanti.

In alcuni di questi (i più virtuosi, secondo una altro fortunato stereotipo) il taglio ai trasferimenti ha fatto da volano a pionieristici e vivaci laboratori di partecipazione democratica che hanno generato progetti concreti di efficienza energetica, riutilizzo delle risorse a fini di fruizione pubblica, attenzione verso l’ambiente in termini di prevenzione e argine contro lo spopolamento. E, come alle origini della grande urbanizzazione seguita allo sviluppo industriale, lo strumento individuato per saldare la comunità locale e risolvere i nuovi bisogni (ad argine, questa volta, del fenomeno opposto di impoverimento demografico dei borghi) è individuato ancora nella forma cooperativa.

L’elenco di tali amministrazioni si sta facendo sempre più consistente, ma spetta a un piccolo centro di 2.300 abitanti del Salento pugliese, Melpignano, la palma della prima cooperativa di comunità, fenomeno di auto-organizzazione ben presto estesosi oltre i confini pugliesi, con esempi anche nell’entroterra ligure (a Torri Superiore, Mendatica, Cadibona, Arnasco e Orco Feglino, mentre altri progetti sono stati presentati nel quadro del bando CoopLiguria Startup).

Melpignano è nota ai più per il festival musicale Notte della Taranta, che annualmente fa qui affluire 300mila persone, ma non appaiono certo vittime del tarantismo studiato dall’etnologo Ernesto De Martino i protagonisti di questa ricca esperienza, dai molteplici e consapevoli attori.

 

Non sono state di scarso significato le energie attivatesi intorno a un progetto locale di cooperazione comunitaria. Nel ripercorrerne le tappe ne La cooperativa perfetta, il sindaco Ivan Stomeo (alla guida dell’amministrazione da cinque anni, riconfermato nel 2015 con l’80% delle preferenze) ne fa risalire l’origine a uno scambio di idee avuto nel 2010 con l’allora presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti, a margine di un convegno sul turismo responsabile, in cui si fa strada ancora embrionalmente l’idea di creare le condizioni per consentire ai cittadini di un borgo la auto-organizzazione per gestire lo sviluppo del proprio territorio.

Da quel momento alla creazione della cooperativa di comunità non trascorre che un anno solare, durante il quale hanno preso consistenza i vari fattori necessari al compimento dell’opera. In primo luogo, una amministrazione in grado di attivare in tempi ragionevoli meccanismi di reale partecipazione dei cittadini alle strategie decisionali. In secondo luogo la pronta e favorevole risposta dei medesimi, esempio virtuoso di concordia attorno a un progetto a finalità comune. 

Inoltre, la capacità di fare rete con altri enti locali, condividendo idee e soluzioni e rendendo l’idea replicabile, e con i centri di ricerca presenti sul territorio (il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento ne ha curato il progetto di fattibilità e assicurato il trasferimento di competenze). Infine, il supporto accordato dal movimento cooperativo, che oltre ad agevolarne la nascita e i primi passi a Melpignano per mezzo della locale cooperativa Officina Creativa, ha inserito la cooperazione di comunità nelle proprie strategie di sviluppo.

Da queste felici sinergie, la cooperativa di comunità nasce il 18 luglio 2011 con 71 soci (ora giunti a 165), e inizia immediatamente a tradurre in realtà il suo primo progetto: la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti delle abitazioni cittadine, la commercializzazione del quale surplus energetico va a finanziare la cooperativa stessa innescando un circuito virtuoso (da cui il moto perpetuo della cooperativa perfetta). Il cittadino-socio risparmia nell’acquisto, nel montaggio e nella manutenzione dei pannelli; l’occupazione locale registra un aumento; la quota di produzione in eccesso, grazie allo scambio sul posto con il gestore elettrico, diviene utile, che reinvestito nel miglioramento della qualità urbana genera a sua volta occupazione e benessere diffuso.

Da allora i cooperatori-cittadini godono gratuitamente di energia e acqua, beneficio questo esteso ad altri 26 piccoli comuni del Leccese grazie alle case dell’acqua, con conseguente risparmio nelle emissioni di CO2 e nello smaltimento della differenziata (già da sé attestata su percentuali superiori al 70%), e i loro figli hanno libri di testo e mensa scolastica gratuiti.

Completa l’agevole volume un estratto dalla Guida alle cooperative di comunità curata da Mauro Iengo, utile apparato per accostarsi al tema, che integriamo segnalando il capitolo dedicato alle cooperative di comunità in Economia cooperativa. Rilevanza, evoluzione e nuove frontiere della cooperazione italiana (Terzo Rapporto Euricse, 2015, pp. 245-267).

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